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I salumi e le carni
Ancora oggi l'allevamento dei suini e la lavorazione delle carni continuano a rappresentare uno dei punti forti dell'economia cremonese.
Cremona già in età romana andava famosa per la produzione di carni suine.
Le carni, oltre che consumate fresche, venivano conservate mediante l'impiego di sale e di spezie, che giungevano a Cremona e nel suo territorio attraverso il Po, grande e sicura via di comunicazione con il mare.
Ampia e documentata è nel Cinquecento la produzione a Cremona e nel suo territorio di salumi ed insaccati, a testimonianza di una tradizione solidamente radicata.
Sono passati diversi secoli e ancora oggi tra gli insaccati uno dei prodotti più rinomati è certamente il salame Cremona IGP (Indicazione Geografica Protetta), dalla complessa preparazione a base esclusivamente di carni di suini nati, allevati e macellati in regioni italiane identificate dal disciplinare di produzione. Si utilizzano carni magre, compresa la coscia, grasso corposo e lardo rosa con venature magre. Il salame Cremona si caratterizza per la presenza nell'impasto di aglio pestato e spalmato e di spezie; può essere impiegato anche vino rosso o bianco.
Particolarmente rinomato è il cotechino cremonese vaniglia, così chiamato non perché nell'impasto vi sia vaniglia, ma perché il suo gusto è così delicato da richiamare la leggerezza ed il profumo della vaniglia.
Il salame da pentola (una volta utilizzato insieme a carni di manzo e di pollo per la preparazione dei "tre brodi" in cui vengono cotti i marubini di Cremona) si ottiene da carne suina magra di sottospalla, magro di lardello e grasso di pancetta, sale, pepe e salnitro; può talvolta contenere una lingua precedentemente salmistrata e già cotta.
Il salame da pentola è uno dei componenti fissi del gran bollito misto alla cremonese, insieme a carni di bovino adulto, testina e lingua di vitello, gallina o cappone.