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L'OASI DI SPINADESCO
IL SITO E LA SUA STORIA
Nel Comune di Spinadesco, sulla riva sinistra del fiume Po, a sud dell’abitato, è presente un’area appartenente alla rete di protezione ambientale europea detta “Rete Natura 2000”.
Essa è costituita da una Zona di Conservazione Speciale, dapprima istituita come Sito di Interesse Comunitario e destinata alla tutela di specie selvatiche e dell’habitat o ambiente naturale, e da una Zona di Protezione Speciale deputata alla tutela degli uccelli.
Queste aree protette, comprese tra il fiume e l’argine maestro, tutelano superfici rivierasche del Po, per circa 300 ettari.
Sulla stessa area, un tempo esisteva una riserva di caccia; nel 1994 la provincia di Cremona vi aveva già istituito un’oasi naturalistica, nota come “Spiaggioni di Spinadesco”, con lo scopo di proteggere gli animali che popolano le spiagge, le lanche e i boschi e consentire alla fauna selvatica che qui vive o transita nelle migrazioni di trovare rifugio per la riproduzione e la sosta.
Dal punto di vista morfologico il sito comprende un ecosistema creato dal fiume Po e che tende a modificarsi in occasione di ogni piena quando la portata del fiume può raggiungere valori massimi fino a trenta volte superiori alla sua portata ordinaria.
In condizioni di magra, infatti, il fiume scorre all’interno del solco che attraverso l’azione erosiva delle proprie acque ha inciso nella pianura, solco che risulta delimitato da vere e proprie scarpate dette scarpate morfologiche o scarpate a terrazzo.
Quando tuttavia il fiume si ingrossa, a seguito di abbondanti e persistenti precipitazioni, le acque superano il livello della scarpata di riva, invadono la golena e arrivano fino all’argine maestro, a volte molto vicino alla sommità dell’argine stesso.
In questi casi, il percorso del fiume, che in condizioni ordinarie scorre lento e serpeggiante formando continue anse e meandri, può subire improvvisi mutamenti provocati dall’aumento sia della portata dell’acqua, che della velocità della corrente.
Può succedere, infatti, che il fiume tracci un nuovo solco rendendo rettilineo il suo percorso, in tal caso il vecchio meandro può rimanere completamente o parzialmente isolato formando una lanca.
Questo bacino d’acqua, con la tipica forma a luna, nel tempo si riduce e si separa dal fiume a causa dei depositi fluviali, mentre le sue sponde si rivestono di vegetazione. Quest’ultima, con il passare degli anni tenderà a ingombrare completamente la lanca fino a determinare il suo interramento.